venerdì 9 dicembre 2011

Making Movies


L'importante presupposto è che le nostre palle sono nelle mani delle banche, cosa che ancora non è palese e riconosciuta da tutti. Cambiano i governi, le idee, i tempi e i modi ma ciò che è IMPOSSIBILE cambiare è il ruolo delle banche a livello italiano, europeo e mondiale. Non puoi fare nessuna rivoluzione contro le banche, non puoi ammazzare nessuno, bruciare palazzi o documenti, marciare su Roma, Bruxelles, Canberra o sulla Kansas fottuta City (ndr: adoro questa parte, ahahaa).
E' come se durante un film qualcosa non funzionasse: cambieresti allora tutto ciò che vedi come gli attori, le scenografie, le trame, gli stili, i ritmi, i costumi, la lingua, la morale... Quello che bisognerebbe cambiare sono invece gli sceneggiatori, che restano invece sempre gli stessi e tu non li vedi e non ci pensi. Ma senza di loro (l'idea (sbagliata), la mente (perversa)) non si potrebbe neanche immaginare cosa sia un film, ovvero il risultato finale.

Alcune tematiche che potrebbe partire da questo punto potrebbero essere i Rothschild, il signoraggio, la massoneria (con P2 a seguito), gli amici del Gruppo Bilderberg (vero, caro Monti?), la struttura di Bankitalia spa e della BCE (una cosa incredibile, non nel senso che non sia credibile ma nel senso di ridicola), e molto molto altro... Sarebbero argomenti su cui dilungarsi infinitamente per poi diventare tutti ancora più sconsolati di quanto non lo siamo già.

E il popolino è lì a gioire che sia caduto Berlusconi, che raccoglie l'acqua sul Monviso, che parla di Revolucion e lotta di classe, che aspetta un nuovo Duce, che <<si stava meglio quando si stava peggio>>, che <<la crisi è ormai superata / non c'è mai stata / deve ancora arrivare / è una benedizione>>,... 

E se il film non va bene, possiamo comunque sperare che facciano un remake. 
N'est-ce pas?

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